Debito PMI : gioco al rialzo
Il balletto di miliardi che ruota intorno al debito della pubblica amministrazione (PA) nei confronti delle Piccole e Medie Imprese (PMI) merita un approfondimento,
perchè si è visto fin troppo spesso, nel recente passato, in che modo quella parte della politica collusa e pro furbetti ha operato per arraffare i soldi degli italiani,
non vorrei che approfittando della confusione ,sentendo arrivare il momento della sua dipartita, tentasse di arraffare il più possibile per poi andarsene ad Antiqua o in alti posti esotici a coronare il "sciogno del imprenditore al toppe".
- Dal rapporto annuale di Bankitalia si evince che nel 2011 il debito della pubblica amminitrazione nei confronti delle imprese ammontava a 70 miliardi di euro, in crescita dell'8% rispetto all'anno precedente;
- sempre su stima Bankitalia nel 2012 tale debito sale a 91 miliardi inspiegabilmente, considerando che se nel 2011 si è avuto un incremento dell'8% nel 2012 con tutta la politica di austerità e immobilismo delle imprese ci si sarebbe aspettato al massimo una crescita pari a quella dell''''anno precedente, invece ci raccontano che è addirittura quadruplicata allora bisogna per forza suonare un campanello di allarme.
- Il 6 di aprile 2013 la Associazione Artigiani Piccole Imprese (CGIA) di Mestre (fra un pò anche il droghiere il macellaio e la signora Maria presenteranno un loro rapporto), ci spiega che la relazione Bankitalia è fallace, infatti le stime del debito della PA verso le PMI sarebbe di 120-130 miliardi;
- il ministro Vittorio Grillo sposterebbe l'asticella del debito a circa 150 miliardi.
Siccome l'unico debitore rimango io assieme ad una sessantina di milioni di italiani,difatti è con l'accensione di nuovi debiti in capo a tutti noi
che i crediti delle PMI verranno soddisfatti, penso che sia legittimo sollevare qualche dubbio su queste stime evidentemente frutto della proverbiale
"organizzazione italiana" che oltre ad ingenerare confusione fornisce ai furbi disonesti di questo paese un occasione per ficcarsi nel piatto ricco che
politici più o meno compiacenti, con la giustifica del rilancio economico, hanno preparato per le banche, ... si ancora loro.
Ma che centrano le banche in tutto questo ?
Il 22 maggio 2012 il Ministero dell Economia varò quattro decreti oggi in vigore a seguito della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 2 luglio;
attraverso di essi si sono determinati modi e tempi per il pagamento dei crediti alle circa 150mila imprese che vantano crediti pregressi nei confronti della PA.
Il meccanismo ideato dal ministero dello sviluppo economico consiste nella "Certificazione del credito" cioè: l'impresa che vanta credito, chiede il rilascio di un documento che ne attesti l'entità e legittimità, dopodichè può rivolgersi ad un istituto bancario per cedere i diritti derivanti o farsi anticipare il corrispettivo.
Lo scopo, così è stato dichiarato, è assicurare liquidità alle imprese ma intanto tutta l'operazione passa attraverso le casse delle banche che in questo modo possono lucrare in tutta tranquillità sui costi delle operazioni e chissà cos'altro.
Per meglio tutelare gli interessi dei soggetti erogatori (tanto per cambiare), il Ministero ha istituito un Fondo di garanzia e da parte sua l'ABI ha costituito un plafond di 10 miliardi denominato Crediti PA (un pò pochino se consideriamo le stime di cui sopra).
Ovviamente esiste un regolamento che l'ABI ha stilato ad hoc che dice che al momento della domanda non si dovranno avere sofferenze bancarie tipo: partite incagliate, esposizioni ristrutturate o scadute, sconfinamenti da oltre 90 giorni,ne procedure esecutive in corso.
Non c'è che dire, proprio una bella strategia, prima si creano problemi alle aziende e poi gli si fornisce la soluzione, magari con un bel compromesso "equo", scommetto che le aziende con codesti requisiti non sono molte e d''''altra parte se così fosse non avremmo ragione di parlar di crisi.
Si è proprio come stai pensando, caro internauta, la questione crediti PMI è stato degli otto il punto più caldeggiato in campagna elettorale dal PD e adesso scopriamo che era già stato affrontato e risolto seppur nelle modalità che poco hanno a che fare con la trasparenza e l'equità di un paese civile. Forse non possiamo denunciarli per millantato credito ma è certo che nessuno può negare che questo è.
Da sostenere la posizione del M5S che avendo subdorato questo meccanismo, a fronte del benestare al decreto di sblocco della prima tranches, per il pagamento del debito della pubblica amministrazione, pari a 40 miliardi, pretende assicurazione che vengano poi effettivamente dati alle imprese creditrici e suggerisce anche le modalità: il criterio cronologico, l'utilizzo della Cassa Depositi e Prestiti etc.
affinche effettivamente, con questa nuova linfa esse possano ridare vitalità alla nostra depressa economia.
Mi appello al M5S ed ovviamente ai politici e burocrati onesti affinchè si adoperino anche per accertare l''''effettiva entità dei crediti così da non consentire indebite appropriazioni ed ulteriori aggravi non necessari.