Agguato a Rodotà

Come non riconoscere l'opportunità della regola voluta da Beppe Grillo per il M5S, di evitare la partecipazione ai talk-show non solo delle televisioni generaliste ma anche da quelle private, dopo aver assistito all''''agguato perpetrato ai danni del prof. Rodotà nella trasmissione 8 e mezza di LA7 . Il tentativo di impallinare l'insigne giurista per fortuna non è andato a buon fine, un pò per imperizia dei cecchini e molto perchè di fronte alla verità dei fatti presentati con la semplicità e la perizia come solo l'esperienza e la cultura di un uomo di giustizia ed equità quale è il prof. Rodotà . Nulla hanno potuto le raffazzonate argomentazioni di Giorgio Mulè direttore di Panorama e Menichini direttore di Europa nonostante l'evidente assist della Gruber (che tanto deve al PD meno elle).
Ma perchè abili e consumati manipolatori della realtà , abituati a padroneggiare tecniche che spesso sanno di subliminale si dovrebbero scoprire così grossolanamente e farsi ''sgamare''?
Qualcuno suggerirà che in un sistema come quello italiano i media hanno difficoltà ad essere obiettivi e qualcun altro più smaliziato aggiungerà che sempre, ma sopratutto in questo particolare momento, stare a fianco del governo, comunque nato foss''''anche da patti scellerati, per una rete televisiva è redditizio; se poi consideriamo la singolare composizione del governo attuale la convenienza potrebbe essere anche maggiore data la possibilità che una parte consistente di esso ha di indirizzare una buona fetta del mercato pubblicitario.
Io penso invece, senza escludere le ipotesi di cui sopra, che l''''attacco abbia una valenza tripla e cioè che sia stato fatto:
1. ad personam nei confronti del professore come punizione per aver, con la sua vicinanza al M5S, operata una sorta di rivalutazione ed insieme di contrasto all'azione combinata di PD e media di demolizione della credibilità del Movimento come forza di governo (tutta questa cattiveria per tentare di giustificare l'obbrobrio a cui hanno costretto il paese con il governo dell''''inciucio).
2. Per scoraggiare l''''azione della controcommissione che il prof. Rodotà ha costituito al fine di valutare ed eventualmente proporre riforme della Costituzione che siano in linea e che ne rispettino la spirito di libertà , democrazia ed uguaglianza.
3. La più cogente per il PD, la prospettiva che si profila sempre più reale, di una rifondazione della sinistra vera e non contaminata dalla massiccia presenza democristiana-ciellina che attualmente impera e di cui il presidente del consiglio assieme all' omo novus Renzi ne è espressione (un vero e proprio cavallo di Troia che ha espropriato tutti i valori della sinistra dal PD e per questo meno elle).
Ps: Vorrei informare Mulè sulla questione dei numeri che hanno sostenuto la candidatura Rodotà ; ebbene i 4870 voti che hanno sostenuto la mozione Rodotà presidente sono solo il risultato della espressione del normale esercizio democratico di un partito che sceglie democraticamente la propria linea politica, dopodichè come avviene in democrazia rappresentativa ed in presenza di un soggetto sano, la scelta, in questo caso il presidente, è condivisa e supportata da tutti gli elettori che quel movimento o partito o che dir si voglia rappresenta, non come avviene da altre parti dove non si vota compatti il proprio candidato perchè evidentemente scelto con metodo difficilmente definibile con l''''appellativo democratico. Ma questo a Mulè importa poco, queste sono problematiche del PD, lui ha altri padroni da compiacere soprattutto perchè dalla sua parte vige l''''imperativo muore Sansone con tutti i filistei per cui aiutare il padrone a tutti i costi significa lotta per la sopravvivenza.
Francamente a Menechini che accusa Rodotà di sobillare i dissidenti usando fra l''''altro paragoni brigatisti non so proprio cosa suggerire se non (stai a casa che è meglio).