Illusione è pensare che gli inceneritori facciano scomparire i rifiuti
16/06/2007 15:05:00 - autore: caballero - categ.: Rifiuti & Riciclo
invece sono inquinanti, dannosi, antieconomici e non risolvono il problema delle discariche.
Dichiarazione di Marco Paolucci, Marco Tulli, Gianni Mori, Marco Gallorini, Maria Grazia Tonioni, Francesco Romizi e Stefano Mencucci
Interveniamo in merito alle recenti prese di posizione in tema di rifiuti e inceneritori che nei giorni scorsi sono apparse sui mezzi di informazione stampata e telematica da parte di esponenti di forze politiche, sindacali e associative.
Pensiamo che l'unica strategia vincente per affrontare il problema dei rifiuti sia quella della riduzione drastica della loro produzione e di un investimento concreto per portare la raccolta differenziata a percentuali tra il 60 e il 90%. Entrambi questi obiettivi non solo sono raggiungibili, ma sono anche quelli che permettono di evitare ogni ulteriore, pericoloso e antistorico raddoppio dell'inceneritore.
La scelta di investire in civiltà e salute per tutti i cittadini è una prerogativa che noi assolutamente ci sentiamo di abbracciare, lasciando ad altri un evidente atteggiamento sbrigativo dettato non certo da responsabilità . Detto questo, alcune precisazioni: Il tempo necessario, per portare la percentuale di raccolta differenziata da percentuali come le nostre (25% circa) a percentuali "virtuose", si aggira tra uno e due anni. A Modena in 18 mesi sono passati dal 27% al 70%. Dal momento che per costruire un inceneritore servono almeno cinque anni che senso ha dire: "cosa si fa, nell'attesa di raggiungere le percentuali promesse (70% ca.) di differenziata, di ciò che non viene riciclato?"; Ci sono esperienze in Italia, dal nord al sud, dal trevigiano a Salerno compresa la Toscana dove la raccolta differenziata raggiunge percentuali dell'80%, non c'e bisogno di tirare in ballo la Svezia o altri paesi ritenuti "troppo civili" e per questo impossibili da imitare; Sulla frazione indifferenziata da smaltire nessuno ritiene che la soluzione possa essere la discarica, esistono oggi modelli tecnologicamente avanzati di trattamento tra i quali il TMB (trattamento meccanico biologico) che senza bruciare (e quindi senza inquinare) differenziano ulteriormente i rifiuti mandando in discarica meno del 10% dei rifiuti immessi costando molto meno rispetto agli inceneritori.
La scelta di investire in civiltà e salute per tutti i cittadini è una prerogativa che noi assolutamente ci sentiamo di abbracciare, lasciando ad altri un evidente atteggiamento sbrigativo dettato non certo da responsabilità . Detto questo, alcune precisazioni: Il tempo necessario, per portare la percentuale di raccolta differenziata da percentuali come le nostre (25% circa) a percentuali "virtuose", si aggira tra uno e due anni. A Modena in 18 mesi sono passati dal 27% al 70%. Dal momento che per costruire un inceneritore servono almeno cinque anni che senso ha dire: "cosa si fa, nell'attesa di raggiungere le percentuali promesse (70% ca.) di differenziata, di ciò che non viene riciclato?"; Ci sono esperienze in Italia, dal nord al sud, dal trevigiano a Salerno compresa la Toscana dove la raccolta differenziata raggiunge percentuali dell'80%, non c'e bisogno di tirare in ballo la Svezia o altri paesi ritenuti "troppo civili" e per questo impossibili da imitare; Sulla frazione indifferenziata da smaltire nessuno ritiene che la soluzione possa essere la discarica, esistono oggi modelli tecnologicamente avanzati di trattamento tra i quali il TMB (trattamento meccanico biologico) che senza bruciare (e quindi senza inquinare) differenziano ulteriormente i rifiuti mandando in discarica meno del 10% dei rifiuti immessi costando molto meno rispetto agli inceneritori.
In piu' sarebbe bene che tutti ricordassimo che gli inceneritori sono:
a) Altamente inquinanti, soprattutto quelli piu' moderni. Molti studi infatti dimostrano che bruciando a temperature elevate aumentano la produzione di diossina e furami oltre alle ormai tristemente famose nanoparticelle potenziali cause di tumori e addirittura malformazioni genetiche;
b) Antieconomici, dal momento che, con la fine degli incentivi per la vendita di energia (pagati con le tasse dei cittadini) il recupero energetico non ripaga nemmeno la metà dei costi di gestione e funzionamento degli impianti;
c) Dipendenti dalle discariche, perchè il 28% circa dei rifiuti bruciati rimane sotto forma di ceneri pericolose che deve andare comunque in discarica come rifiuto speciale, mentre il residuo del TMB, circa il 10% è inerte e quindi non emana odori ne percolato. Inoltre è bene sapere che negli industrialissimi Stati Uniti non è stata piu'''' data autorizzazione per la costruzione di nuovi inceneritori e sono stati chiusi quelli attivi proprio perchè considerati antieconomici e inquinanti, mentre in Francia in due anni ne sono stati chiusi 230 sui 350 esistenti.
Concludiamo ricordando che una nota legge della fisica afferma che "in natura nulla si crea e nulla di distrugge ma tutto si trasforma" (Legge di Lavoisier) e che quindi la vera illusione è pensare che con gli inceneritori si possano far "scomparire" i rifiuti. I rifiuti restano ma invece che essere riutilizzati per la produzione di nuove merci vengono trasformati dagli inceneritori in ceneri nocive e sostanze tossiche che saranno respirate dai cittadini delle zone circostanti. Per affrontare una tematica così delicata infine pensiamo che serva un atteggiamento non pregiudiziale ne ideologico ma che si debba trarre insegnamento dalle migliori esperienze attuate in Italia e nel mondo.