ancora sul TMB (Trattamento meccanico biologico)

SCHEDA DESCRITTIVA DELLA IMPIANTISTICA UR- 3R (GIA OPERATIVA A SIDNEY E INALTRE CITTA AUSTRALIANE)
Altre e interessanti notizie sul TMB (trattamento meccanico biologico). Essa applica le tecnologie descritte nel testo.
Gestione a freddo dei rifiuti residui è tradotto dalla RETE NAZIONALERIFIUTI ZERO e da GREENPEACE Italia in occasione della GIORNATA MONDIALE CONTRO L'INCENERIMENTO DEI RIFIUTI E PER LE ALTERNATIVE del 7 settembre.
Questa tecnologia (o assemblamento di tecnologie) è stata prodottaattraverso una partnership tra WSN ENVIRONMENTAL SOLUTIONS e GLOBAL
RENEWABLES ed è basata su di un investimento di circa 70 milioni didollari. Essa a pieno titolo viene annoverata anche secondo gli standards europei tra le migliori tecniche disponibili per il trattamento deirifiuti residui in alternativa all'incenerimento e per minimizzare l'impatto dei rifiuti da smaltire in discarica. Il primo impianto ha iniziatoa trattare i rifiuti proprio nel settembre del 2004 ma in data 7/09/05 unimpianto analogo è stato appaltato dalle autorità pubbliche del LANCASHIREin Inghilterra. La tecnologia sta facendo registrare un notevole successodi mercato non solo in Australia e in Asia ma anche in Inghilterra dove molte comunità si stanno battendo contro l'incenerimento dei rifiuti.
COME LAVORA L'IMPIANTO CONFER IMENTO:
I camion che trasportano i rifiuti all'impianto scaricano sul pavimento della sala di ricezione. PRE-SELEZIONE. I rifiuti ingombranti e quelli pericolosi come le batterie e i grandi imballaggi e pezzi di cartone sono rimossi manualmente e recuperati il più possibile. Poi i rifiuti sono caricati in un macchinario fendisacco fornito di lame a punta per aprire i sacchi di rifiuti che vengono rilasciati senza che il contenuto venga danneggiato. I sacchi vuoti vengono soffiati via insieme alle pellicole di plastica e quindi raccolti in un contenitore ed inviati a riciclaggio. E' molto importante che certi tipi di rifiuto siano tenuti fuori poichè possono essere pericolosi e contaminare il resto degli scarti e rovinare le attrezzature di selezione.
COSA NON DEVE ANDARE NEL BIDONE DEI RIFIUTI: batterie di automobili, parti di automezzi, olio di motori, bombole di gas, vernici e prodotti verniciati, prodotti chimici per uso domestico, medicinali. Questi tipi di rifiuti devono essere conferiti presso appositi centri.
SEPARAZIONE A VAGLIO ROTANTE:
Due selettori rotanti (a forma di cilindro orizzontale) separano la parte organica dei rifiuti residui (quindi a valle dei sistemi di raccolta differenziata spinta porta-a-porta) come gli scarti di cucina e di giardino, dalla parte riciclabile asciutta. Il vaglio ha la forma di un cilindro gigante. Esso è dotato di una moltitudine di fori che lasciano cadere i piccoli pezzi per separarli dai più grandi (sottovaglio e sopravaglio).
SELEZIONE DEI MATERIALI RICICLABILI.
Per separare i riciclabili vengono usati dei macchinari che smistano i differenti tipi di materiali includendo i metalli (ferrosi e non ferrosi) plastiche, carta e cartoni, vetro . Una macchina usa calamite giganti per separare l'acciaiodagli altri materiali. Un'altra macchina chiamata vaglio ad aria compressa separa i rifiuti leggeri come i sacchetti di plastica attraverso l'insufflazione d'aria selezionando il sopravaglio di materiali leggeri di plastica. Poi una parte della separazione viene fatta a mano. I riciclabili così recuperati sono poi compattati in grandi cubi chiamati balle e inviati all'industria del riciclaggio.
IL SISTEMA DI PERCOLAZIONE DENOMINATO ISKA.
La parte organica dei rifiuti (frutta e scarti vegetali, foglie e sfalci d'erba) viene inviata dentro un macchinario detto percolatore dove rimane per due giorni. Il percolatore (di tecnologia tedesca denominata integrierter stoff-und Kundenoriertiertes Abfall wirtschaftsckohept - ISKA) è come una lavatrice gigante che rivolta costantemente i rifiuti bagnandoli con acqua riciclata. Batteri che vivono in condizioni aerobiche che necessitano di ossigeno aiutano a ridurre la sostanza organica . QUESTO PROCESSO PULISCE E TOGLIE ODORI ALLA FRAZIONE ORGANICA. LA DIGESTIONE ANAEROBICA. Il liquido del percolatore contiene i materiali organici dissoltisi dentro. Esso viene pompato dentro un grosso serbatoio chiamato digestore che contiene milioni di batteri che vivono in condizioni anaerobiche (in assenza di ossigeno). Questi batteri che sono diversi da quelli presenti nel percolatore riducono ulteriormente le sostanze organiche dissolte nel liquido e producono un biogas che contiene metano. Il liquido in eccesso viene trattato e riusato nel percolatore. Il metano prodotto viene stoccato in un sito dentro l'impianto dove viene utilizzato come combustibile per produrre energia elettrica da fonte rinnovabile.
COMPOSTAGGIO.
Dopo che le sostanze organiche sono state processate nel percolatore ed è stato rimosso l'eccesso di umidità il materiale viene stoccato in un fabbricato al coperto lungo 230 mt dove viene continuamente rivoltato per quattro settimane usando la tecnologia italiana di compostaggio (SCR). Il materiale è poi trasferito in un'area all'aperto dove matura per più di 8 settimane. Il compost è così raffinato ed ogni frammento di plastica e di vetro viene rimosso.
QUALI SONO LE PRESTAZIONI DELL'IMPIANTO UR-3R (urban resource-reduction-r ecover-recycle) APPLICATE ALLA REALTA DI SIDNEY.
L'impiant o tratta 175.000 t/anno ma è in grado di trattare 250.000 t. Più del 70% è sottratto alla discarica; Produce più di 23.500 t/anno di Compost per uso Agronomico; utilizza il 100% del Biogas prodotto; Riduce le emissioni di Gas Serra per un equivalente di 50.000 automobili; produce elettricità per servire 2.250 residenze; recupera più di 23.500 t/anno di riciclabili.
COSA ENTRA E COSA ESCE DALL'IMPIANTO.
A Sidney vi è una raccolta differenziata in crescita ma ancora in corso di miglioramento per superare quote più elevate del 30%. Pertanto il rifiuto in ingresso che va all'impianto (che tratta per ora circa l'11% del totale dei rifiuti della città e che si prevede arriverà a trattarne circa il 16%) è paragonabile al rifiuto tal quale. In questo quadro ciò che entra nell'impianto è per circa il 50% scarto di cibi e per il resto è formato da plastiche, carta e cartoni, vetro, metalli e tessili, ecc.; nel corso del trattamento vi è una riduzione in peso di circa il 48% per effetto della evaporazione e della perdita di CO2; si invia al riciclaggio circa il 13% del totale dei rifiuti in ingresso così suddiviso: 4%di carta, 3% di metalli, 1-2% di plastiche, 2% di vetro e 2% di altro (legno, tessili); si produce circa un 4% di biogas (riferito al peso totale dei rifiuti in ingresso); 13% di compost con valore agronomico; 17% di frazione organica stabilizzata (FOS) utilizzata per la ricopertura della discarica; 8% di rifiuti da smaltire in discarica costituiti da inerti e da plastiche il cui riciclaggio è problematico.
Con questi trattamenti non più del 25% in ingresso all'impianto va a smaltimento in discarica, con un impatto estremamente ridotto in termini di fenomeni di rilascio del percolato, di odore di CO2. inoltre l'impianto è autosufficiente dal punto di vista energetico, usa solo acqua di ricircolo e vende una quota di energia elettrica prodotta. CONCLUSIONI: Questa tecnologia che aggiorna e ottimizza le passate modalità di trattamento a freddo dei rifiuti (TMB) non è altro che l'applicazione alla frazione residua dei rifiuti dell'obiettivo rifiuti zero. Infatti le singole componenti dell'impianto sono già all'opera in molti impianti tedeschi, austriaci, svedesi ed anche italiani. Solo che, in genere, in questi contesti il loro assemblaggio viene finalizzato a prosciugare la parte definita combustibile (carta-plastiche-leg no-gomma e tessili) per produrre combustibile derivato da rifiuti (CDR). Così i rifiuti vengono prima triturati per poi essere vagliati dividendo in modo grossolano la parte umida da quella secca rendendo impossibile il recupero di materia (ad eccezione dei metalli).
Al contrario la tecnologia UR-3R massimizza i recuperi anche dei materiali riciclabili con particolare attenzione al recupero della carta che viene in parte riciclata ed in parte inviata a compostaggio. In questo modo anche per la quota residua dei rifiuti si applica alla lettera il principio stabilito dall'UE di privilegiare il recupero di materiali al recupero di energia. Naturalmente questa tecnologia non si sostituisce ne scoraggia le politiche di riduzione e di differenziazione spinta degli scarti a cui, in modo flessibile, è in grado di rapportarsi positivamente: questo impianto, in definitiva, non fornisce un''alternativa alla raccolta differenziata. La qualità dei materiali estratti, in particolare delle frazioni di carta e cartone e di quelle organiche (che entrambe sono componenti importanti del flusso di rifiuti non differenziati) è infatti più bassa rispetto a quella che si ottiene attraverso la raccolta differenziata spinta porta-a-porta.
Il trattamento TMB fornisce quindi un sostegno al porta-a-porta, e messo a fianco di questo, ne costituisce il naturale completamento. La duttilità del TMB manca assolutamente agli inceneritori che hanno bisogno di un flusso costante di rifiuti. Altro dato degno di nota è che con queste tecnologie si invia a discarica un flusso di rifiuto quantitativamente inferiore a quello da inviare in discarica in uscita dall'incenerimento sotto forma di ceneri e polveri estremamente tossiche. Semmai ciò che manca a questo avanzato sistema di screening è un Centro di ricerca formato da università, rappresentanti delle categorie economiche e da rappresentanti della comunità locale che, nel contesto dell'impianto, segnali le criticità legate alla difficile riciclabilità di alcuni imballaggi e materiali e che incentivi e indichi progettazioni in grado, in un tempo ragionevole, di sostituire ciò che si è costretti ad inviare in discarica.
Questa tecnologia viene proposta come caso di studio per tutte le amministrazioni pubbliche sensibili a sistemi avanzati di tutela ambientale. Essa rappresenta una validissima e concreta alternativa al ricorso all'incenerimento riducendo sensibilmente l' impatto sanitario. Gli stessi costi appaiono inferiori di circa il 60%.
Pergine Valdarno, marzo 2007 Fausto Tenti (Assessore Ambiente Comune Pergine Valdarno)